La manutenzione del motore fuoribordo, come non rischiare di rompere il turbo di un motore marino

L’elemento più importante di una barca fuoribordo è sicuramente il motore, senza di esso non si va da nessuna parte, e proprio per questo è buona norma fare manutenzione al motore abbastanza frequentemente.
A volte bastano poco per prevenire guasti importanti ai motori marini.

L’importanza della manutenzione del motore

L’ideale sarebbe di fare un minimo di manutenzione ordinaria alla fine di ogni uscita in mare, e prima di avviare la barca verso il rimessaggio invernale è utile fare una manutenzione particolareggiata. Attenzione alle pratiche fai da te, è sempre meglio far revisionare il motore della barca da meccanici esperti, anche per evitare perdite, fumo, avviamento problematico, consumi alle stelle, funzionamento a singhiozzo.

Come regola base dopo ogni uscita in mare ricorda comunque di fare la semplice operazione di far girare il motore in acqua dolce e lubrificare le parti mobili, per evitare l’intaccamento del sale.
Assicurati poi che la cinghia ed il livello dei vari liquidi siano in ordine.

Una delle parti di un motore marino più delicate e che possono rovinarsi sono le turbine, che a causa della salsedine sono più esposte a rotture o deterioramento del carter rispetto alle stesse delle automobili.
Un carter di una turbina potrebbe venire intaccato dal sale ed iniziare un pericolo processo di corrosione, il quale può causare sintomo di ritardo della coppia in accelerazione.

Quando una turbina viene intaccata dalla salsedine in maniera importante tanto da causarne un mal funzionamento, l’unico modo per correre ai ripari è quello di revisionare la turbina, o anche acquistare una turbina per motori marini rigenerata o revisionata, una buona alternativa al nuovo.
Infatti una turbina rigenerata può essere paragonabile al nuovo per qualità, prestazioni e durata.

Problemi al turbo di un motore marino: i segnali

I turbocompressori per motori marini hanno tendenzialmente il carter della turbina raffreddato ad acqua e sono progettati per lavorare a lungo, ma può accadere che rifiorisca un po’ di ruggine laddove il sale riesce ad intaccare la ghisa.
L’acqua di mare infatti fa si che il carter si deteriori in tempi rapidi se non mantenuto con regolarità, ad esempio con il ciclo di pulizia con acqua dolce di cui dicevamo prima.
Il problema della ruggine può sopraggiungere anche e soprattutto in motori usati di rado, con la condensa ed il sale che lavorando in coppia accelerano il processo corrosivo.

Cosa succede con la corrosione?
Di solito non ci si rende conto subito del problema, e quando si smonta la turbina ci si trova di fronte ad una situazione ormai in fase avanzata, perché la corrosione agisce piano piano e chi guida non si rende conto del calo di potenza perché esso è molto graduale.

Questo accade perché il gioco tra carter e girante della turbina va via via aumentando e quando esso avrà raggiunto livelli di guardia le prestazioni caleranno di botto perché la turbina non è in grado di dare la forza necessaria al compressore (da qui il nome “turbocompressore“) di erogare la giusta quantità d’aria per una corretta combustione.

Di conseguenza potremmo avere del fumo proprio per la cattiva combustione, ma questo è anche il segnale che in camera di combustione c’è qualcosa che non va e le temperature potrebbero essere troppo alte, andando perciò verso il rischio di danneggiare la testata o le valvole.

Fate attenzione quindi se notate un calo di prestazioni e del fumo anomalo uscire dal vostro motore marino, perché intervenire troppo tardi potrebbe significare affrontare spese piuttosto ingenti.
Se intervenite per tempo ed il carter è ancora in buone condizioni, con un gioco minimo e quindi recuperabile, magari con una bella revisione della turbina ve la cavate senza dover sostituire l’intero turbocompressore.