I pericoli da evitare durante la risalita nelle immersioni: ecco come starne alla larga

Fare immersioni è uno dei divertimenti migliori in assoluto, ogni sub lo sa. Perché ogni immersione è differente ed in grado di regalarci una visione nuova ed unica su quello splendido mondo che si trova sommerso nelle acque, nascosto agli occhi. Quello del sub, però, può essere anche un mestiere pericoloso. E non stiamo parlando di pericoli strani o assurdi, come quello di incontrare uno squalo, ma di alcuni rischi che sono molto più vicini ai sub di quanto si possa immaginare, che fanno parte della loro quotidianità.

Capita spesso che quando si va in vacanza si sia tentati dal fare un breve corso di sub per poter andare alla scoperta delle bellezze sottomarine. Attenzione, però: immergersi comporta una serie di rischi ed è importante che ogni sub venga da subito istruito su come evitare uno dei maggiori pericoli connessi a questo sport, quale quello della risalita.

I rischi e gli errori da evitare quando si fanno immersioni

Fare escursioni marine in totale sicurezza significa anche stare molto attenti alle modalità di gestione della risalita, quel momento in cui il sub torna verso la superficie dell’acqua. Non si tratta affatto di una cosa banale. La risalita senza rispettare i tempi che vengono insegnati può provocare dei danni enormi, che in alcuni casi possono anche essere fatali. Ad esempio risalire in superficie senza rispettare i tempi può causare:

  • Embolia gassosa arteriosa. Una delle problematiche più temute in assoluto dai sub: si verifica durante le risalite pericolose, eccessivamente rapide, quando il passaggio dell’aria nel sangue viene scatenato dall’eccessiva pressione che grava sul sub. L’aria entra nel sangue per mezzo della distensione degli alveoli e della rottura dei setti alveolari. Per evitare questo grave problema, che si manifesta con vertigini, pallore, shock, possibile insufficienza cardiaca e possibile infarto e anche morte, bisogna sempre evitare il panico nella risalita, attendere i tempi tecnici e fermarsi sempre ad espirare ad una certa profondità per cercare di diminuire il quantitativo di aria che è presente nel corpo.
  • Malattia da decompressione. Una delle più temibili malattie che può colpire i sub è la c.d. malattia da decompressione, nota anche come MDD. Questa patologia è dovuta alla risalita troppo veloce durante un’immersione: la riduzione della pressione trasforma l’azoto da liquido in gas e di conseguenza esso circola nel corpo sotto forma di bolle di azoto. Rispettare i tempi della risalita permette di evitare questa pericolosa malattia.
  • Traumi cranici. I traumi cranici sono concentrati soprattutto nella zona del seno paranasale, orecchie e timpano, apparato uditivo. La variazione della pressione può causare questi problemi, ma se si seguono le norme per la risalita si possono evitare anche questi problemi particolarmente fastidiosi. Molto diffuso è il barotrauma dell’orecchio interno che coinvolge le parti interne dell’apparato uditivo, causato dalla introflessione del timpano e scatenato dalla mancata compensazione della pressione. Molto diffusi anche disturbi come la vertigine, sempre causate dalla pressione.
  • Narcosi da azoto. Detta anche euforia da azoto, viene causata dall’azoto presente all’interno della attrezzatura subacquea. Questo problema può influire sul comportamento neurologico. La patologia della narcosi da azoto si può rischiare anche a 40-50 metri, e i sintomi sono: allucinazione, confusione mentale, perdita della concentrazione, euforia, azioni sconsiderate che possono essere parecchio pericolose perché possono mettere in pericolo la vita della persona e di chi gli sta intorno. Per evitare questo problema, immergersi in coppia può essere utile di modo da non trovarsi mai da soli in questa situazione.

Seguire le indicazioni dell’istruttore, non farsi prendere dal panico e rispettare i tempi di risalita evita questi ed altri traumi.